lunedì 25 ottobre 2010

Domanda facile facile: qual è il gol più bello di tutti i tempi? Beh nella storia ne sono stati siglati eccome di gol fantastici: si pensi al secondo gol di Maradona agli inglesi (probabilmente il più bello in assoluto), al tiro al volo di Zidane in una finale di Champions, a ciò che fece Pelè contro la Svezia nel '58. Ma ci vengono in mente anche il favoloso coast to coast di Weah in un Milan-Verona, i gol di tacco di Roberto Mancini e Gianfranco Zola, un altro paio di magie del dio del calcio, la serpentina di Messi contro il Getafe. Tuttavia nell'elite delle reti fenomenali non possiamo non menzionare il nostro personaggio di oggi: Saeed Al Owairan. Nato a Riyad (Arabia Saudita) il 19 agosto 1967, nei primi anni Novanta era indiscutibilmente il miglior giocatore arabo. Trascinò diverse volte l'Al Shabaab al titolo e soprattutto fu decisivo per la prima storica qualificazione ai mondiali della sua nazionale, che arrivò in corrispondenza di Usa '94. Era un centrocampista, ma segnava come un attaccante. Fu proprio negli Stati Uniti che Saeed scrisse la storia: nella partita del girone eliminatorio contro il Belgio, si rese protagonista di una cavalcata incredibile, in cui saltò mezza squadra avversaria prima di siglare il gol decisivo per la vittoria e la storica qualificazione agli ottavi (dove poi sarebbe arrivata l'eliminazione). Questa rete favolosa sarà giudicata in seguito come una delle reti più belle della storia dei mondiali, ma probilmente avrebbe meritato dalla FIFA e dal mondo intero qualche riconoscimento in più. Tutt'altra storia in Arabia Saudita, dove al ritorno fu accolto come un eroe. Il re Fahd ne proibì la vendita all'estero, e lo ricoprì d'oro e di svariate onorificenze: divenne ormai per tutti il Maradona del Golfo, e questa fu la sua rovina. Cominciò a circondarsi di persone che gli stavano vicino solo per interesse, ed intraprese uno stile di vita a dir poco dissoluto, che gli costò varie multe da parte del suo club. Ma il peggio arrivò nel '96: durante il ramadan venne sorpreso al Cairo, a tarda notte, all'uscita di un locale a luci rosse, in compagnia di un paio di ragazze russe. In virtù delle leggi islamiche l'arresto e la condanna a tre anni di reclusione fu inevitabile: l'espressione "dalle stelle alle stalle" sembra coniata apposta per il nostro Saeed. E poi? Beh, dopo un anno di detenzione il re Fahd gli concesse l'amnistia, giusto in tempo per giocare i mondiali del '98. Si narra che sia stato addirittura il figlio sedicenne del re a spingere il padre a concedere la grazia: cresciuto nel mito di Al Owairan, sperava che il miracolo statunitense si ripetesse in Francia. Così non fu: il Maradona del Golfo era appesantito e fuori forma e giocò un torneo di scarsissimo livello, con l'Arabia Saudita che uscì inopinatamente al primo turno. La sua carriera volgeva ormai al termine e a 34 anni, nel 2001, arrivò anche il ritiro dal calcio giocato.
Adesso Al Owairan sembra aver messo la testa a posto: cerca di promuovere in Europa i giovani giocatori arabi e per qualche tempo si era parlato addirittura di una collaborazione con squadre importanti italiane. Ai ragazzi dice di non montarsi la testa, perchè quel gol, per sua stessa ammissione "è stato un'arma a doppio taglio". Quando c'è una partita per vecchie glorie è sempre in prima linea, e non disdegna opere di beneficenza...
Rivediamo e riammiriamo quel gol fantastico:


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