lunedì 4 ottobre 2010

Fabio Cesar Montezine, nato a Londrina (Brasile) il 24 Febbraio 1979, è uno degli esempi più lampanti di come il calcio, e più in generale la vita, possano portarti ad intraprendere strade e scenari che non ti saresti mai sognato di affrontare.
Come tutti i ragazzi brasiliani, Fabio comincia per strada a dare i primi calci ad un pallone, mostrando subito qualità tecniche invidiabili ed un sinistro delizioso. E' adocchiato dal San Paolo, una delle società più prestigiose del paese, con cui farà tutta la trafila delle giovanili, con ottimi risultati: per il piccolo Kakà (anch'egli al San Paolo), di tre anni più giovane, diventa addirittura un idolo. L'impatto con il calcio professionistico non è però dei più facili: dal San Paolo passa al Santa Cruz, dove colleziona 7 presenze ed un gol, poi sbarca addirittura in Repubblica Ceca, al Vktoria Plzen. Lì un inizio di stagione entusiasmante convince l'Udinese, notoriamente molto vigile sul mercato internazionale, ad ingaggiarlo: siamo nel gennaio 2001 quando Montezine arriva in Italia. L'avventura comincia in salita: il ragazzo è bravo, ma fisicamente è gracile, poco predisposto al duro calcio italiano; pur notandone le qualità tecniche, l'allenatore De Canio non riesce a farlo esordire nella massima serie, anche perchè verrà esonerato prima della fine della stagione. Si ricorderà di lui però l'anno successivo, quando assume la guida del Napoli, appena retrocesso in B; Montezine arriva sotto il Vesuvio ad inizio settembre, in prestito dai friulani. Dopo un breve periodo di ambientamento, riesce subito ad imporsi in prima squadra, realizzando vari gol importanti, tutti di pregevole fattura; da buon sudamericano, Fabio infatti trova a Napoli l'ambiente ideale per esprimersi, confortato dall'abbraccio caloroso dei tifosi. Il primo gol siglato è una magistrale punizione che dà agli azzurri una vittoria importantissima a Terni, ma è a Messina che il brasiliano compie un vero e proprio capolavoro: tiro al volo dal limite dell'area che va a finire dritto all'incrocio dei pali; per la cronaca, non servirà ad evitare la sconfitta. Pur disputando un grandissimo campionato tra mille peripezie, il Napoli manca il salto di categoria e deve affrontare un nuovo campionato di Serie B. Nel frattempo Fabio è diventato interamente di proprietà degli azzurri, ceduto dall'Udinese nell'ambito dell'affare che porta Jankulovski in Friuli. Il secondo anno a Napoli è però di livello inferiore al primo per Montezine, che soffre molto il cambio di allenatore: anche a causa di qualche equivoco tattico, è discontinuo e non riesce a dare un apporto importante, con la squadra che sprofonda sempre più in basso. Con l'arrivo di Scoglio al posto dell'esonerato Colomba, le cose peggiorano addirittura: il compianto "Professore" lo boccia dopo sole due partite. L'era Scoglio dura però poco e con il ritorno di Colomba torna anche il sorriso sulla bocca di Fabio, che darà un contributo importante per la salvezza nel finale di stagione (memorabile un gol in semirovesciata al Vicenza). La stagione successiva è la peggiore per Montezine, sotto tutti i punti di vista. Il Napoli, nel tentativo disperato di centrare una promozione che lo salverebbe dal fallimento, fa una campagna acquisti roboante, che porta Fabio un po' in secondo piano. Tuttavia i risultati non arrivano, e ben presto riconquista il posto da titolare, riproponendosi quasi a furor di popolo. Le prestazioni sono però come al solito altalenanti e il Napoli rimarrà sempre lontano dalla zona promozione. Il 14 marzo 2004, in Napoli-Treviso, Montezine subisce un infortunio gravissimo, che gli procura una lesione ai legamenti: stagione finita. In più, in estate il Napoli fallisce e Fabio, oltre a trovarsi senza squadra, non può godere di uno staff medico che segua l'evoluzione del suo infortunio, rallentando quindi il recupero. Essendo legatissimo alla piazza, vorrebbe però restare e partecipare al rilancio della società: va addirittura in ritiro con la squadra-fantasma allestita da Gaucci, che tenterà invano di rilevare il Napoli... Sarà invece Aurelio De Laurentiis il nuovo presidente: il neodirettore Pierpaolo Marino, pur conoscendo Montezine dai tempi di Udine, deve formare la squadra in pochi giorni e non se la sente di affidarsi ad un calciatore in via di recupero. Sarà l'Avellino, in C1 nello stesso girone del Napoli, ad acquistarne il cartellino a metà campionato; per Fabio tuttavia sarà un'esperienza breve e povera di emozioni, non riuscendo mai a trovare la continuità necessaria per riprendersi definitivamente dall'infortunio. Ma è in questo momento che la sua carriera svolta in maniera decisa. Dal Qatar arriva un'offerta dall'Al Arabi, che gli propone un contratto di 500'000 euro a stagione: in un momento così particolare non può essere rifiutata, e così, a 26 anni, Montezine comincia una nuova avventura, in Medio Oriente. 31 presenze e 7 gol nel 2005/2006 gli valgono la chiamata dell'Umm Salal, una delle squadre asiatiche più forti, che spende una grossa cifra per assicurarsi le sue prestazioni. I ritmi bassi del calcio qatariota fanno sì che Montezine divenga in pochissimo tempo uno dei giocatori più forti del campionato e, probabilmente, dell'intero continente asiatico. Il legame con il Qatar è talmente forte che nel 2008 arriva addirittura la naturalizzazione, che gli permetterà di entrare in pianta stabile nella nazionale qatariota (!). Cambia così nome in Fabio Caesar Montesin, in arabo فابيو سيزار مونتيزإني, e continua a dare spettacolo nei campi di tutta l'Asia, sfiorando la vittoria della AFC Champions League nel 2009.
Arriviamo così ai giorni nostri: da quasi un anno è passato all'Al Rayyan, dove continua a segnare e divertire (ad oggi l'ultimo gol è datato 25 settembre), ma, per sua stessa ammissione, ogni tanto è pervaso da un velo di malinconia: e se fosse arrivato a Napoli in un momento storico diverso...?


Montezine nel Napoli:



Questa invece è la sintesi di una partita di Montezine con la maglia del Qatar (contro la Corea del Sud), in cui segna anche un gol:

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